Imane Khelif, quell’atleta che non è un uomo, non è transgender ed è molto semplicemente una donna che è stata messa alla gogna da propaganda politica che viene da sappiamo dove e perché, ha vinto la medaglia d’oro nel pugilato a Parigi 2024: anche lei, come molte, le ha prese di santa ragione quando ha perso e le ha date di santa ragione quando ha vinto.
Succede che nella boxe si prendano pugni: ci sono quelle che lo sanno, come Khelif e tante altre, e altre piagnone che si prendono le carezze della politica facendosi dire poverina dopo essersi ritirate al 46esimo secondo di gara come se si fosse di fronte a Hulk.
Ci si aspetta un sussulto di dignità da chi ha sparso letame sulla vita altrui. Ma è tempo perso.
(10 agosto 2024)
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